venerdì 6 settembre 2013

SISTEMA PER OTTIMIZZARE LA PRODUZIONE FINO AL 30% DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Sistema digitale per il monitoraggio degli impianti fotovoltaici che consente di aumentare considerevolmente l'energia elettrica prodotta, a parita' di altre condizioni. La tecnologia HPA e' stata progettata e sviluppata nei laboratori di Riesi. Sistema digitale consente a tutti i componenti di un impianto fotovoltaico di lavorare al meglio delle loro caratteristiche, riduce drasticamente il rischio di errore dei sistemi che governano gli inverter, evitando situazioni critiche nella funzionalita' dell'impianto ovvero segnalando con congruo anticipo malfunzionamenti e possibili rotture di componenti.
Le ricerche e lo sviluppo eseguiti in tale direzione hanno portato alla nascita del sistema HPS (Hymera Power Suite) un insieme di tecnologie che applicate ai sistemi energetici consentono:
1. l’ottimizzazione dei processi produttivi nei diversi settori energetici (eolico, fotovoltaico, ecc.);
2. la realizzazione di reti intelligenti;
3. vantaggi in termini di risparmio energetico.
Le prime applicazioni industriali della tecnologia HPS hanno portato alla nascita di HPA (Hymera Power Amplifier) un software alla base di un sistema di monitoraggio proattivo che consente di aumentare in maniera significativa le performance di produzione di un impianto fotovoltaico.
La gestione attiva e proattiva assicurata da HPA mette in atto tutte quelle misure che permettono ai componenti di un impianto fotovoltaico di lavorare al meglio delle loro caratteristiche, ottimizzando tutti quei processi di un inverter che ne determinano la produzione.
Il sistema inoltre è in grado di ridurre situazioni di funzionamento critico dell'impianto e segnalare con congruo anticipo parametri anomali prevenendo cosi eventuali fermo impianto. Un impianto gestito da HPA in maniera proattiva riesce a produrre una quantità di energia elettrica sensibilmente superiore a quella normalmente prodotta, senza per questo creare alcuno stress alle componenti dell’impianto.
HPA è anche in grado di evidenziare situazioni anomale ben prima di altri sistemi di monitoraggio tradizionali.
Il sitema HPA si basa su un nuovo ed esclusivo algoritmo, denominato HMPPT (Hymera Maximum Power Point Tracker), che, grazie alla possibilità di poter tenere traccia di più maximun power point, è in grado di fornire una resa dei moduli fotovoltaici assai superiore rispetto ai migliori algoritmi impiegati sino ad oggi.
L' HMPPT è un algoritmo che tipicamente ad ogni istante, legge i valori di tensione V e corrente I, confrontandoli con altri presenti in memoria, ne calcola il prodotto P (la potenza) e, variando il ciclo di lavoro (“duty cycle”), mantiene sempre ed in ogni caso la stringa di pannelli fotovoltaici in condizioni di massima potenza, agendo in real‐time sui circuiti dell'impianto.
La caratteristica fondamentale di questi particolari regolatori HMPPT è la capacità di gestire e sfruttare costantemente e contemporaneamente più punti di massima potenza erogati dalla stringa di pannelli fotovoltaici in base all'irraggiamento solare cui è sottoposto.
Per dare un’idea più precisa del cambiamento introdotto, si può parlare di passaggio da un sistema bidimensionale multiplo rappresentato dagli attuali MPPT, ad un vero e proprio sistema tridimensionale fornito dall’HMPPT.
I vantaggi dovuti a questa caratteristica sono molti, ma i principali sono:
1. Maggior corrente disponibile
2. Riduzione errori per falsi picchi
3. Ampio range di tensioni accettate in ingresso.

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mercoledì 4 settembre 2013

Grandi impianti fotovoltaici: acquisizione o sviluppo?

Oggi una fetta crescente del mercato è orientata ad acquisire impianti fotovoltaici già in funzione, anzichè sviluppare progetti ex novo.
Gli ultimi anni in Italia sono stati caratterizzati dallo sviluppo di grandi progetti fotovoltaici. Prima che il decreto liberalizzazioni di marzo 2012 vietasse (giustamente) l’incentivazione degli impianti a terra su terreno agricolo, si sono susseguiti una moltitudine di grandi progetti a terra cavalcando la possibilità di ottenere generosi incentivi.
Fino a quel periodo il numero dei grandi impianti a terra, centrali fotovoltaiche, è letteralmente esploso (anche “sull’onda delle speculazioni”), soprattutto nel sud italia, dove i costi dei terreni agricoli erano bassi e la produttività del fotovoltaico era massima.
Oggi, invece, sul mercato del fotovoltaico italiano si iniziano a vedere  diversi fenomeni di acquisizione dei grandi impianti fotovoltaici. Oggi molti investitori preferiscono direttamente acquisire un impianto già in funzione, anzichè commissionarne la realizzazione da zero, “chiavi in mano”. E’ così che sta nascendo una nuova fetta di mercato del fotovoltaico: quella del mercato secondario degli impianti fotovoltaici.
Dunque: si iniziano a registrare interessanti fenomeni di acquisizione di grandi impianti già realizzati e connessi alla rete elettrica nazionale. Il maggiore interesse per soluzioni di questo tipo, piuttosto che per l’avvio di progetti “da zero”, può essere ricondotto all’aumento del rischio industriale legato allo sviluppo degli impianti. Il maggiore rischio, rispetto al passato, deriva anche e soprattutto dall’inserimento, dal quarto conto energia in poi, del meccanismo dei registri per l’accesso alle tariffe incentivanti. Iniziare oggi lo sviluppo di un grande impianto, non garantisce al 100% l’accesso agli incentivi in tempi utili.
I grandi investitori si stanno rivolgendo, quindi, al mercato secondario degli impianti fotovoltaici, lasciando il “rischio di sviluppo” dell’impianto a carico degli sviluppatori: i cd. EPC Contractor ed i System Integrator.
Secondo i dati dei ricercatori dell’Energy Strategy Group del Politecnico di Milano, nel 2012 le transazioni sul mercato secondario degli impianti fotovoltaici, ovvero sulla compravendita/acquisizione di impianti già connessi e/o già in funzione in Italia, hanno riguardato circa 267 Megawatt corrispondente ad un volume d’affari complessivo di circa 811 milioni di euro. Mercato decisamente in crescita.
Si parla qui, ovviamente, non tanto di singoli acquisitori, clienti o piccoli operatori. I principali soggetti coinvolti in questo tipo di operazioni sono principalmente:
  • operatori industriali o multiutilities,
  • compagnie di investimento (Investment companies), Private equity e Holding finanziarie,
  • fondi di investimento immobiliare, società assicurative e/o società di gestione del risparmio.
Una quota rilevante delle acquisizioni sono ad opera di grandi investitori esteri, nel 2012 circa il 43% del totale delle acquisizioni, compratori principalmente svizzeri, francesi, cinesi.
Tra i venditori, invece, i soggetti esteri sono circa il 37% del totale.
Se guardiamo all’ultimo triennio del mercato secondario degli impianti fotovoltaici il totale della potenza oggetto di operazioni di acquisizione / vendita è aumentata considerevolmente: tra 2010 e 2011, +79%  e tra il 2011 ed il 2012, un ulteriore +20%. Per questo solo periodo si parla di volumi d’affari totale dell’ordine dei 2-3 miliardi di euro.
Nell’ultimo triennio, infine, è aumentato il numero delle singole transazioni che hanno però riguardato impianti fotovoltaici di taglia via via minore. Gli impianti di taglia inferiore ai 2 megawatt, infatti, rappresentano il 70% della potenza scambiata nel 2012, mentre erano solo il 21% nel 2011 ed il 17% nel 2010.
In definitiva, ciò a cui si sta gradualmente assistendo dal 2012, è un progressivo aumento di una nuova fetta di mercato del fotovoltaico: il mercato secondario degli impianti, grandi impianti, che vede l’acquisizione da parte di grossi investitori nazionali ed internazionali, di grandi impianti fotovoltaici già in funzione.

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Alcune opportunità


IMPIANTO FOTOVOLTAICO CONSORZIO TARQUINIA
COMUNE DI TARQUINIA (VT)


SCHEDA TECNICA IMPIANTO

 
Tipo di Impianto: impianto di produzione di energia fotovoltaica di tipo fisso, con
moduli installati a terra su apposita struttura di sostegno in acciaio zincato,
Data connessione alla rete MT Enel e messa in servizio impianto 27/04/2011
Potenza Impianto: 598,50 kWp,
Stima della produzione totale annua:766.959,46 kWh
Valorizzazione economica dell’energia annua producibile, effettuata sulla
base della tariffa incentivante riconosciuta dal GSE pari a 0,314 €/kWh e sulla base dell’importo di vendita (RID) dell’energia ritirata mediamente di circa 0,08 €/kWh, da
ENEL/GSE 302.182,00 € /annuo
Incentivo (€/kWh) riconosciuto dal 3° conto energia GSE: € 0,314 €/kWh
Vendita totale energia prodotta (RID): a GSE – circa 0,08 €/kWh
Tipologia moduli fotovoltaici: policristallini dim. 1958 x 892 mm, costituiti ognuno da n° 72 celle quadrate in serie dim. 156x156 mm,Marca e modello moduli fotovoltaici: Ningbo Solar Electric Power – Sun Earth,
TPB156X56-72-P, Pot. Nominale 285 W
Quantità moduli fotovoltaici installati: n° 2100 ( superfice occupata = mq. 4078,20Cassette parallelo stringhe (CSP) n° 14, marca SIEL SIAC, modello CSP-12Cabina Elettrica ed impianti Elettromeccanici realizzati da:
Consorzio SAEC / SIMEC SISTEMI S.r.l.
Numero di Inverter: n°1 , marca SIEL SIAC, modello SOLEIL Potenza 500 kW,
Trasformatori di potenza: n° 1 marca Tesar, mod. TRP 630-pot. 630 kVA
Contatori: marca LANDIS mod. ZMD405CT
Quadri Elettrici di media tensione: marca SCHNEIDER tipo DM1A-SF1,(dispositivo generale), GAM2, (arrivo), CM2, (misura),
Quadri Elettrici di bassa tensione: quadro alim. Servizi ausiliari, - quadro parallelo
inverter (apparecchiature principali marca SCHNEIDER ELECTRIC) – costruzione SIMEC SISTEMI Sistema di Telecontrollo dell’imp.:marca SIEL mod. TGS2 Cavo impianti fotovoltaici.: marca ELECAB tipo FG21M21 unipolare sez.6 mmq. resistente all’ozono e raggi UV, tensione nominale 1,5 kV c.c., -40°C /+ 125°C, a norma IEC 60754-2 EN 50267-2-3, certifico TUV n° R60037979
Cavi elettrici c.a.: tipo FG7R unipolare sez.principali: 1x185 mmq., 1x120 mmq., 1x95mmq, 1x70 mmq., 1x50 mmq., Tensione nominale0,6/1 kV, temperatura di esercizio max 90°C, IMQ, a norma CEI 20-22, CEI 20-35, CEI 20-37, CEI20-11, CEI 20-34
Strutture metalliche: costituite da vele fotovoltaiche installate a terra, realizzate con telaio porta moduli sostenuto da colonne infisse nel terreno,in acciaio zincato a caldo di fornitura SAEM.
Prescrizioni allegato Terna A70:-Delibera AEEG 84/2012/R/EEL e 3° agg. CEI 016 Impianto già adeguato
Sicurezza Antintrusione impianto fornito di sistema di sicurezza antintrusione e di videosorveglianza monitorati costantemente da istituto di vigilanza di Viterbo

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IMPIANTO FOTOVOLTAICO ARDEA SOLE 1 “CASTELLO”

ARDEA (ROMA)

SCHEDA TECNICA IMPIANTO

Tipo di Impianto: impianto di produzione di energia fotovoltaica su tetto di capannone agricolo adibito a ricovero di macchinari agricoli, realizzato con moduli fissati su apposita struttura di sostegno direttamente ancorata ai pannelli di lamiera grecata coibentata installati in sostituzione dei preesistenti pannelli di eternit in occasione della realizzazione dell’imp. fotovoltaico, Data connessione alla rete MT Enel e messa in servizio impianto 27/06/2012 Potenza Impianto: 471,96 kWp.

Stima della produzione totale annua:692.600 kWh
Incentivo (€/kWh) riconosciuto dal 4° conto energia GSE: € 0,224 + € 0,05 (per sostituzione tetto in amianto)
Vendita totale energia prodotta: a GSE – circa 0,08 €/kWh
Tipologia moduli fotovoltaici: policristallini dim. 1958 x 892 mm, costituiti ognuno da n° 72 celle quadrate in serie dim. 156x156 mm, Marca e modello moduli fotovoltaici: Ningbo Solar Electric Power – Sun Earth, TPB156X56-72-P, Pot. Nominale 285 Wp
Quantità moduli fotovoltaici installati: n° 1656 ( superfice occupata = mq. 3215,95
Cassette parallelo stringhe (CSP) n° 10, marca POWER-ONE modello PVI-STRINGCOMB-S 10Ax20 Cabina Elettrica ed impianti Elettromeccanici realizzati da: Consorzio SAEC / SIMEC SISTEMI S.r.l. Numero di Inverter: n° 2 , marca POWERONE modello PVI-275 0-TLSOLEIL Potenza 275 kW/cad., Trasformatori di potenza: n° 1 marca Tesar, mod. TRP 630-pot. 630 kVA Contatori: marca LANDIS mod. ZMD405CT Quadri Elettrici di media tensione: marca SCHNEIDER tipo DM1A-SF1, (dispositivo generale), GAM2, (arrivo), CM2, (misura), Quadri Elettrici di bassa tensione: quadro alim. Servizi ausiliari, - quadro parallelo inverter (apparecchiature principali marca SCHNEIDER ELECTRIC) – costruzione SIMEC SISTEMI Sistema di Telecontrollo dell’imp.:
 marca POWER-ONE mod. PVI-AEC-EVO con modulo GSM Cavo impianti fotovoltaici.: marca ELECAB tipo FG21M21 unipolare sez. 6 mmq. resistente all’ozono e raggi UV, tensione nominale 1,5 kV c.c., -40°C /+ 125°C, a norma
IEC 60754-2 EN 50267-2-3, certificato TUV n° R60037979 Cavi elettrici c.a.: tipo FG7R unipolare sez. principali: 1x185 mmq., 1x120 mmq., 1x95 mmq, 1x70 mmq., 1x50 mmq., Tensione nominale 0,6/1 kV, temperatura di esercizio max
90°C, IMQ, a norma CEI 20-22, CEI 20-35, CEI 20-37, CEI20-11, CEI 20-34
Strutture metalliche: costituite da profilati in alluminio marca WURTH fissati mediante idonei rivetti direttamente sui pannelli in lamiera grecata della copertura.
Prescrizioni allegato Terna A70: Impianto già adeguato.

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IMPIANTO FOTOVOLTAICO Omnisun –Lugo1
LUGO DI ROMAGNA (RA)
 
SCHEDA TECNICA IMPIANTO
 
Tipo di Impianto: impianto di produzione di energia fotovoltaica di tipo fisso, con
moduli installati a terra su apposita struttura di sostegno in acciaio zincato,
Data connessione alla rete MT Enel e messa in servizio impianto 27/08/2011
Potenza Impianto: 621 kWp,
Stima della produzione totale annua: 843.000 kW
Valorizzazione economica dell’energia annua producibile, effettuata sulla base della tariffa incentivante riconosciuta dal GSE pari a 0,263 €/kWh e sulla base dell’importo di vendita (RID) dell’energia ritirata mediamente di circa 0,08 €/kWh, da ENEL/GSE 289.149,00 € /annuo Incentivo (€/kWh) riconosciuto dal 3° conto energia GSE: € 0,263 €/kWhVendita totale energia prodotta (RID): a GSE – circa 0,08 €/kWhTipologia moduli fotovoltaici: policristallini dim. 1642 x 992 mm, costituiti ognuno da n° 60 celle quadrate in serie dim. 156x156 mm, Marca e modello moduli fotovoltaici: Sun Earth Solar Power – Sun Earth, TPB156X56-60-P, Pot. Nominale 235 Wp Quantità moduli fotovoltaici installati: n° 2.642 (superfice occupata = mq. 4100) Cassette parallelo stringhe (CSP) n° 14, marca SIEL SIAC, modello CSP-12 Cabina Elettrica ed impianti Numero di Inverter: 3 n° 2 ,marca SIEL SIAC, modello SOLEIL Potenza 250 Kw e n°1 da 200Kw trasformatori di potenza: n° 1 marca Tesar, mod. TRP 630-pot. 630 kVA
Prescrizioni allegato Terna A70: -Delibera AEEG 84/2012/R/EEL e 3° agg. CEI 016 Impianto già adeguato Sicurezza Antintrusione impianto fornito di sistema di sicurezza antintrusione e di videosorveglianza.

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TURCHIA ED ENERGIE RINNOVABILI

Premessa
La Turchia si posiziona al secondo posto per la crescita del consumo energetico dopo la Cina. Secondo dati resi noti recentemente dall’Istituto di Statistica turco TürkStat, nel primo trimestre dell’anno 2012 la Turchia ha importato energia per un valore totale di 14,6 miliardi di dollari, facendo così segnare un aumento del 25% rispetto allo stesso periodo del 2011.
L’EMRA, Energy Market Regulator Authority è l’unico soggetto di riferimento che regola il mercato dell’energia in Turchia. L’EMRA ha dichiarato che l’obiettivo del paese sarà quello di fare del settore privato l’unico attore in gioco circa la distribuzione dell’energia entro il 2020.
La Turchia importa il 75% di idrocarburi, un grave problema che il governo si sta impegnando a risolvere. Le fonti di energia rinnovabile in Turchia sono abbondanti, attualmente riesce a ricoprire circa il 14,4% del fabbisogno nazionale quasi esclusivamente tramite l’energia geotermica ed idroelettrica. In Turchia solo un terzo dei siti per la produzione di energia rinnovabile utili sono stati sfruttati.
Il governo turco invita gli investitori a realizzare progetti legati al settore energetico nel Paese tramite l'erogazione di nuovi incentivi sull'energia rinnovabile che è dunque un settore in pieno sviluppo e che riserva opportunità interessanti per le imprese straniere.
L’EMRA accetterà domande per la realizzazione di impianti da energie rinnovabili, anche da fotovoltaico, a partire da Giugno 2013. Le domande saranno accettate soltanto per i progetti di impianto con una potenza non superiore a 1 megawatt. Gli impianti, inoltre, non dovranno occupare una superficie superiore a 20 mila metri quadrati. La Turchia, entro il 2015, intende installare impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 600 megawatt. Per questo motivo, alla fine del 2011, è stato approvato un sistema di tariffe incentivanti che è entrato in vigore all’inizio del 2012. Entro il 2023, invece, la Turchia si è prefissata l’obiettivo di installare impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 9 gigawatt.

Incentivi
La legge che regolamenta l’energia da fonti rinnovabili (“Law on Utilization of Renewable Energy Resources in Electricity Generation -Law No: 6094 – pubblicata sul sito della Official Gazette turca in data 8 gennaio 2011 numero 27809) è stata varata dalla Grande Assemblea nazionale turca (TBMM) il 29 dicembre 2010.
La nuova legge favorisce con degli incentivi l’energia prodotta da fonti rinnovabili nei settori eolico, solare, biomasse, idroelettrico e geotermica.
Il mercato delle energie rinnovabili in Turchia è ancora ad uno stadio iniziale con la maggior parte dell’energia prodotta derivante da centrali termiche (circa il 66% degli impianti- dati del 2008). Le centrali idroelettriche contribuiscono poi per il 33% della produzione di energia da fonti rinnovabili, ed un restante 1% proviene da impianti di geotermia e lo 0,9% da impianti eolici.
Per ciò che concerne il settore fotovoltaico, fino ad ora è stato il settore meno sviluppato (5MW all’anno prodotti), con impianti impiegati soprattutto ad uso domestico per riscaldare l’acqua o per sistemi di segnalazione soprattutto pubblici.
Considerata tuttavia la media di giornate di irradiazione solare 7.2 ore/giorno, per un totale 1.311 kWh/m2 per anno, le potenzialità del Paese restano ancora ampie e insfruttate. Nell’ambito della nuova legge i prezzi incentivanti di cessione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili sono determinati in Dollari Usa e non in euro. Tali prezzi saranno applicati per i primi 10 anni per le imprese che hanno richiesto e richiederanno l’autorizzazione tra il 2005 e il Dicembre 2015, secondo le tabelle sotto indicate. Si tenga conto che gli incentivi verranno elargiti anche dopo i primi 10 anni, sino ad un massimo di 49 anni, attraverso il riequilibrio del valore degli incentivi stessi, espressi in Dollari USA, secondo le valutazioni economico-valutarie che lo stato Turco farà al momento delle scadenze temporali degli incentivi stessi.

L’ incentivo per il fotovoltaico e le biomasse è dunque di 0,133 $/kWh, mentre l’energia prodotta da fonti geotermiche sarà di 0,105 $/kWh.
Per la produzione di energia da fonti idroelettriche ed eolico la tariffa di incentivo ammonterà a 0,073 $/kWh.
Per le imprese che inizieranno ad operare dopo il 2015 la tariffa sarà rideterminata dal Consiglio dei Ministri. La tariffa di incentivo includerà gli impianti ibridi, che useranno anche fonti di energia non rinnovabili. I privati e le aziende, che produrranno energia da fonti rinnovabili, potranno vendere l’energia prodotta in eccesso alle compagnie di distribuzione dell’energia.
Se saranno impiegati componenti “made in Turkey” la tariffa di incentivo sarà estesa per altri 5 anni, alla tariffa prevista, con un bonus aggiuntivo di 6.7 $Cent/ kWh, mentre saranno attribuiti 9.2 $Cent/ kWh per tutti i sistemi di generazione di energia da impianti CSP (Concentrated Solar Power).
Potranno godere dell’incentivo, le istallazioni in grado di produrre fino ad un massimo di 600MW per richieste ricevute entro il Dicembre 2013. Per i primi 10 anni inoltre, si potrà beneficiare di uno sconto dell’85% sulle spese di richiesta di allacciamento alla rete, documentazione e pratiche, per tutti gli impianti attivati fino al Dicembre 2015.
La legge prevede inoltre ulteriori incentivi per le società che usano nelle loro aziende attrezzature/componenti prodotti in loco (a seconda delle componenti utilizzate prodotte in Turchia, gli incentivi variano tra 0,4 e 3,5 $Cent/ kWh).
Sono previsti per i primi 10 anni ulteriori incentivi riguardanti i terreni e segnatamente uno sconto dell’85% per l’affitto, diritto di superficie e il diritto di servitù per impianti di produzione energetica.
Gli incentivi saranno applicabili agli impianti che entreranno in funzione prima del 31 dicembre 2015 e che avranno una durata minima di 5 anni dalla data di inizio del funzionamento dell'impianto in questione.
E’ comunque interessante segnalare che la vendita dell’energia è libera e che al momento il prezzo pagato dai gestori privati si attesta, a secondo dei casi, su un valore che supera del 25% quello degli incentivi in corso.
Investimenti.
Alla luce di quanto sopra, il Consolato Generale Onorario di Turchia, voluto a Brindisi per volontà dei due Stati Italiano e Turco, proprio per la sua posizione particolarmente strategica, sicuramente interessante per la crescita delle relazioni economiche dei due Paesi, è fortemente impegnato per lo sviluppo dei rapporti imprenditoriali tra gli operatori italiani e turchi dei settori della cultura, dell’innovazione tecnologica, del turismo, dell’agroalimentare, della nautica, dell’automotive, dell’industria ed in particolare nei settori della logistica e della “Green Energy”. Quest’ultima, in Italia, e particolarmente in Puglia, ha avuto un momento di grande incremento, seguito da una recessione repentina a causa dell’instabilità del quadro normativo. Quindi, proprio per le potenzialità che questo settore imprenditoriale può esprimere, nonché per la raggiunta ragguardevole competenza, il Consolato si è impegnato, politicamente e diplomaticamente, per stipulare con le competenti Istituzioni ed aziende turche del settore la sottoscrizione di accordi e programmi a favore dei professionisti e degli imprenditori italiani operativi, ad ogni livello, nel settore della “Green Energy”, con particolare riguardo al fotovoltaico, eolico, minieolico e biomasse.
Il Console Generale Onorario di Turchia a Brindisi, Pinar Bolognini, al fine di creare sviluppo per il territorio ha messo a disposizione della Camera di Commercio Turca in Italia, tale suo impegno affinché le aziende italiane, ad esso aderenti, possano beneficiare di questo favorevole momento congiunturale tra i due Paesi.
Va ricordato che nel programma del Consolato, su indicazione dell’Ambasciata di Turchia a Roma, al primo posto c’era la costituzione della prima, realmente operativa, Camera di Commercio Turca in Italia, obbiettivo che si è raggiunto tempestivamente il 22 novembre 2012, a pochi mesi dall’apertura degli uffici del Consolato (aprile 2012) e pochi giorni dopo l’insediamento ufficiale del Console Generale Onorario con “Exequatur” del 7 novembre dello stesso anno.
La Camera ha già iniziato ad operare, si è già tenuta la prima riunione del Consiglio Direttivo che ha adottato interessanti programmi per lo sviluppo del business tra i due Paesi e si sta strutturando con l’adozione di un management competente al servizio del territorio e dei suoi associati.
A seguito dell’intervento del Console Generale e su suo invito, solide ed importanti aziende turche stanno per sbarcare in Puglia al fine di sottoscrivere accordi operativi e contratti con imprese italiane per la realizzazione in Turchia, in Joint Venture, di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Particolare attenzione va riposta inoltre all’investimento effettuabile sulla realizzazione di stabilimenti di produzione di Celle Fotovoltaiche, al momento completamente assenti sul mercato turco, che ha fame, già per un primo periodo iniziale, di almeno 600 MW.
La normativa incentivante per gli impianti fotovoltaici prevede che l’incentivo passi da 13,30 USD Cents/ Kwh a 20,00 USD Cents/ Kwh qualora l’intera produzione della componentistica degli impianti venisse realizzata in Turchia. In effetti, in Turchia, esistono numerose fabbriche di pannelli fotovoltaici, che di fatto, come in Italia, assemblano i pannelli stessi, ma che sono costrette ad acquistare le celle dall’estero.
Tali Aziende Turche sono quindi fortemente interessate a che i loro fornitori di Celle Fotovoltaiche potessero di fatto realizzare la propria produzione in territorio turco, facendo così diventare i loro pannelli fotovoltaici estremamente appetibili per la congruità del maggior incentivo, fruibile, in questo caso, dagli impianti completamente “Made in Turkey”.
Ciò premesso, parallelamente, va fatto presente che è stato varato di recente, dal Governo Turco, un “Sistema di incentivi agli investimenti Turchia” che si sintetizza qui di seguito.
Tale programma incentivante mira ad incoraggiare gli investimenti ai fini della riduzione della dipendenza dalle importazioni su prodotti semilavorati vitali per settori strategici del Paese.
Tra gli obiettivi primari del nuovo programma ci sono: la riduzione del disavanzo di parte corrente, la crescita degli investimenti a sostegno delle regioni meno sviluppate, l’incremento del livello degli strumenti di sostegno, la promozione dell’ attività di aggregazione e l’ investimenti che creino il trasferimento di tecnologie.
In vigore dal primo gennaio 2012, il nuovo sistema di incentivi agli investimenti comprende strumenti di supporto con valori diversi, in funzione della specificità dell’investimento e dell’ area, che prevedono, a secondo dei casi, anche sino ad un massimo di 12 anni:
- Esenzione dall’IVA
- Rimborso IVA
- Esenzione dai dazi doganali
- Riduzione delle imposte
- Riduzione dei contributi previdenziali
- Esenzione della ritenuta d’acconto
- Sostegno al pagamento degli interessi.
- Assegnazione gratuita di terreni
Pertanto, questa opportunità di incentivi agli investimenti e la possibilità che banche nazionali, operanti sotto l’Ufficio del Primo Ministro, possano finanziare sino al 75% dell’intera spesa, rendono estremamente interessante la possibilità che investitori ed operatori italiani, in partenariato con aziende turche produttrici di pannelli FV, realizzino in Turchia, uno stabilimento per la produzione di Celle Fotovoltaiche, destinato a sicuro successo per la presenza stabile, per decenni, di utilizzatori del prodotto generato.
In tal senso il Consolato ha intrapreso un fitto lavoro relazionale con specialisti internazionali della produzione di celle fotovoltaiche, costruttori turchi di pannelli fotovoltaici, il Dipartimento degli Investimenti in Turchia dell’Ufficio del Primo Ministro e Banche Turche, lavoro che il Consolato pone all’attenzione della Camera di Commercio Turca in Italia come strumento di sviluppo per le Aziende Italiane interessate.

(A cura del Dipartimento dello Sviluppo del Consolato Generale Onorario di Turchia a Brindisi)

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lunedì 2 settembre 2013

IRRAGGIAMENTO SOLARE DNI


L’irraggiamento solare

1.1. L’energia solare

Il sole è una stella ed è sede di reazioni termonucleari a catena. Nella reazione di fusione,
durante la quale l’idrogeno si combina per formare elio, avviene nel nucleo una conversione di
massa in energia.
Nel nucleo incandescente si produce così una temperatura stimata tra 16 e 40 milioni di gradi;
attraverso una serie di processi radiativi e convettivi avviene il trasferimento del calore alla
superficie dove avviene l’irraggiamento verso lo spazio. La temperatura della superficie si porta

allora ad un valore di circa 5780 K, tale da fare insorgere un equilibrio tra l’energia che la superfiche
stessa riceve dal nucleo e quella che emette verso gli spazi siderali.Il sole si comporta allora come un corpo nero che, alla temperatura di 5780 K, irradia energia
nello spazio. Quasi il 99% della radiazione solare ha lunghezza d’onda compresa tra 0.15 e 4 μm e
il massimo di intensità si ha a circa 0.5 μm; la parte compresa tra 0.4 e 0.74 μm occupa la zona
visibile dello spettro mentre a sinistra ed a destra di tale fascia si trovano rispettivamente le zone
dell’ultravioletto e dell’infrarosso.
La quantità media di energia solare che incide ortogonalmente, nell’unità di tempo, su una
superficie unitaria posta al di fuori dell’atmosfera, prende il nome di costante solare ed assume il valore medio di 1353 W/m2.
L’intensità dell’irraggiamento solare si attenua nel passaggio attraverso l’atmosfera: una parte
di radiazione viene riflessa verso lo spazio, una parte è diffusa in tutte le direzioni dalle molecole
dei gas atmosferici e dal vapore acqueo, una parte viene assorbita dalle molecole dell’atmosfera e
da queste riemessa come radiazione infrarossa (figura 1).
L’assorbimento e la diffusione atmosferica hanno l’effetto di ridurre l’intensità della iradiazione su tutte le lunghezze d’onda; un’ulteriore riduzione si ha poi in corrispondenza alle lunghezze d’onda caratteristiche dei diversi gas e vapori presenti nell’atmosfera.
La parte di irraggiamento che raggiunge direttamente il suolo costituisce la radiazione diretta mentre la parte rimanente costituisce la radiazione diffusa. A queste va infine aggiunta la radiazione riflessa o albedo che rappresenta la percentuale di radiazione diretta e diffusa che viene riflessa dal suolo o dalle superfici circostanti sulla superfice considerata.


Figura 1.


Distribuzione della radiazione solare nel passaggio attraverso l’atmosfera.

La radiazione diretta, preponderante rispetto alla diffusa in condizioni di cielo sereno, tende a
ridursi all’aumentare dell’umidità e della nuvolosità presente nell’aria, fino ad annullarsi in
condizioni di cielo completamente coperto.
 
Tabella 1.
Intensità approssimata della radiazione solare.
 





1.2. La posizione del sole

Per un osservatore che dalla Terra osservi il cielo, il percorso del Sole sulla volta celeste

assume la forma di un arco che varia sia durante il corso dell’anno che con la latitudine del luogo.
Durante il corso dell’anno la durata delle ore di luce ed il percorso del sole subiscono delle
modifiche al variare delle stagioni. La durata di luce è massima al solstizio d’estate (21 giugno)
giorno in cui, alle ore 12, il sole raggiunge il punto più alto nel cielo nel corso di tutto l’anno; il
caso opposto si verifica al solstizio d’inverno (21 dicembre) mentre ai due equinozi di primavera
(21 marzo) e di autunno (21 settembre) l’altezza del sole alle 12 è intermedia tra la massima e la
minima e le durate del giorno e della notte sono esattamente pari a 12 ore in tutto il globo.
La posizione del sole rispetto ad un punto sulla terra è determinata dall’angolo di altezza
solare α e dall’angolo azimutale γ

Il primo è l’angolo verticale che la direzione collimata al sole forma con il piano orizzontale;
il secondo è l’angolo orizzontale tra il piano verticale passante per il sole e la direzione del sud, ed è
positivo verso est e negativo verso ovest.
 
Figura 2.
Angolo di altezza solare ed angolo azimutale.
 
Questi due angoli dipendono a loro volta dalla declinazione δ, dalla latitudine ϕ e dall’angolo
orario ω. La declinazione è l’angolo formato dalla direzione del sole con il piano dell’equatore; essa
 
varia durante l’anno da un valore massimo di -23°27’ in inverno ad un valore di 23°27’ in estate. La
latitudine è l’angolo formato dalla congiungente il punto di osservazione con il centro della terra e
il piano dell’equatore. Essa assume valore 0° all’orizzonte a 90° al polo. L’angolo orario è l’angolo
formato dal piano meridiano passante per il sole con il meridiano di riferimento ed assume valori
compresi tra -180° e 180° variando di 15° ogni ora.
Definite queste grandezze, l’altezza α del sole alle 12 in un punto di latitudine ϕ può essere
ricavata, ai solstizi ed agli equinozi, dalla seguente figura 3:


Figura 3
Angolo di altezza solare alle ore 12, per una località
posta ad una latitudine ai solstizi ed agli equinozi.
 
I valori dell’altezza solare e dell’azimut in qualsiasi periodo dell’anno possono essere 6
facilmente conosciuti utilizzando i diagrammi dei percorsi solari.
Questi sono diagrammi, tracciati per ogni latitudine, in cui sono riportati l’altezza solare e
l’azimut nei vari periodi dell’anno.
Possono essere in coordinate polari o in coordinate cartesiane.
Nei primi l’osservatore è posizionato al centro del diagramma in cui una successione di
circonferenze concentriche rappresentano le varie altezze solari. Dal punto centrale partono poi una serie di raggi identificati da 0° a 360°. Su questa base sono poi tracciate le traiettorie solari al ventunesimo giorno di ogni mese.




 
 
 
 
 
Figura 4
Diagramma dei percorsi solari in coordinate polari (ϕ=38°).
 
I diagrammi in coordinate cartesiane danno invece una proiezione verticale del percorso
solare così come sarebbe visto da un osservatore posto sulla terra. Sull’asse orizzontale si possono leggere gli azimut mentre su quello verticale le altezze solari. Anche in questo caso le traiettorie solari sono tracciate al ventunesimo giorno di ogni mese.
Figura 5
Diagramma dei percorsi solari in coordinate cartesiane (ϕ=38°).

 

2. Dispositivi di captazione della radiazione solare


L’irraggiamento solare è convertito in energia termica per mezzo di componenti preposti alla

captazione della radiazione solare. Alcuni di questi dispositivi sono in grado di sfruttare la sola
radiazione diretta, mentre altri consentono di utilizzare le tre componenti - diretta, diffusa e riflessa- della radiazione stessa.
La radiazione solare giunge al dispositivo di captazione, viene assorbita dall’assorbitore e
trasferita ad un fluido termovettore, che può essere acqua, aria o un fluido diatermico.
I dispositivi di captazione possono essere classificati in base alla temperatura del fluido
termovettore e al rapporto di concentrazione Cr, definito come il rapporto tra la superficie di
ammissione dell’irraggiamento solare non concentrato e la superficie di assorbimento del
dispositivo.
 
Tabella 2.
Classificazione dei sistemi di captazione solare.
 
 
Dalla precedente classificazione deriva che i pannelli solari piani sono adatti per applicazioni
a bassa temperatura, a differenza degli altri sistemi più idonei per applicazioni a media ed alta
temperatura.
I pannelli solari piani sono per questo motivo preferiti per usi civili, anche perché possono
essere facilmente integrati nell’organismo edilizio; i collettori a concentrazione richiedono invece delle proprie strutture di sostegno e movimento.
2.1. Centrali solari
Si utilizzano normalmente i sistemi a torre, i cui elementi essenziali sono:
a) il campo specchi, formato da un elevato numero di superfici riflettenti che seguono
automaticamente il percorso del sole e che concentrano istante per istante i raggi solari verso un ricevitore;
b) il ricevitore energetico (caldaia puntuale), collocato su una torre posta in posizione centrale rispetto al campo specchi;
c) il sistema di conversione dell’energia termica prima in energia meccanica (turbina a vapore) e successivamente in energia elettrica (generatore elettrico);
d) il sistema di regolazione preposto a mantenere gli specchi ortogonali alla radiazione diretta.
L’inseguimento può essere attuato da un computer o da elementi fotosensibili che, istante per
istante, misurano l’errore di orientamento del singolo specchio.
 
 
 
Figura 6
Centrale solare a torre


2.2. Concentratori
 
Sono composti da uno specchio o da lenti ottiche che convergono i raggi solari verso
l’assorbitore in cui scorre il fluido termovettore. Poiché sfruttano la sola radiazione diretta,
necessitano di dispositivi atti a mantenere in ogni istante la superficie riflettente ortogonale alla
direzione dei raggi solari.

Si distinguono in sistemi ad immagine, più comuni, che riproducono l’immagine del sole sul piano focale, ed a non immagine che concentrano casualmente i raggi solari sull’assorbitore.
I collettori ad immagine possono essere a loro volta di tipo puntuale o lineare, se convergono i raggi solari nel punto focale o in un asse passante per il fuoco.
I principali collettori ad immagine di tipo puntuale sono i concentratori parabolici,
10 caratterizzati da una superficie riflettente parabolica e da un assorbitore posto nella zona focale.
Tra essi le due principali tipologie si differenziano per l’inseguimento solare: il primo tipo
presenta l’assorbitore fisso e solidale con il riflettore che invece è mobile ed insegue il sole; il
secondo tipo presenta invece il riflettore fisso e l’assorbitore mobile che si dirige nella zona in cui il riflettore converge la radiazione solare.
 
 
 
Figura 7
Concentratori parabolici.
 
 
 
I concentratori cilindro-parabolici sono invece sistemi ad immagine di tipo lineare. Sono
costituiti da una superficie riflettente ottenuta per traslazione di una parabola lungo un asse passante per il suo fuoco e ortogonale al piano che la contiene. Nella zona focale della superficie riflettente è posto l’assorbitore lineare, in genere costituito da una tubazione in rame o acciaio inox entro la quale scorre il fluido termovettore. Per ridurre le perdite per convezione e per favorire l’effetto serra, la tubazione può essere posta all’interno di un tubo di vetro.
Per quanto riguarda l’inseguimento solare, il sistema può presentare l’assorbitore fisso e la parabola rotante oppure presentare l’assorbitore solidale con la parabola a sua volta soggetta al moto di rotazione. L’inseguimento infine può essere su un asse - ed in tal caso l’assorbitore andrà orientato secondo la direzione est-ovest - o su due assi.
 
 
Figura 8
Concentratori cilindro-parabolici
 
 
2.3. Pannelli solari
Sono formati da:
a) una superficie assorbente;
b) una rete di tubazioni nella quale scorre il fluido termovettore;
c) una copertura trasparente;
d) un rivestimento isolante;
e) una struttura di contenimento che costituisce l’involucro esterno.
I pannelli solari piani utilizzano le tre componenti della radiazione solare e sfruttano l’effettoserra. La copertura trasparente è infatti realizzata con materiali trasparenti alla radiazione solare incidente, ma opachi alla radiazione infrarossa reirraggiata.
L’energia termica proveniente dal sole, viene così catturata all’interno del pannello e trasferita al fluido termovettore. Per limitare le perdite di calore verso l’esterno le zone laterali e posteriore vengono poi protette con materiale isolante.
 
3. Pannelli solari piani ad effetto serra
 
Per il funzionamento di un impianto a pannelli solari è necessario che siano presenti tre unità
fondamentali, rispondenti alle esigenze di convogliare, accumulare e trasferire l’energia termica associata alla radiazione solare.
La prima funzione è assolta dall’unità collettrice o di raccolta dell’energia solare.
Essa è costituita dalla batteria di pannelli solari ad effetto serra, ed ha il compito di trasferire
l’energia termica associata alla radiazione solare al fluido termovettore. Quest’ultimo può essere acqua, aria o un fluido diatermico. I fluidi diatermici, costituiti da oli minerali di origine petrolifera, sono utilizzati per eliminare i problemi di corrosione determinati dai fluidi a base d’acqua su alcuni metalli delle piastre captanti.
L’unità di accumulo del calore assorbito dal fluido termovettore
è invece costituita da serbatoi di capacità proporzionale alla superficie captante dei collettori solari piani.
Nel caso in cui
il fluido termovettore sia acqua, l’unità di accumulo può essere realizzata con serbatoi metallici del tutto simili ai comuni bollitori elettrici. Essi saranno evidentemente sprovvisti di resistenza elettrica e maggiormente coibentati. L’acqua del serbatoio di accumulo non è generalmente utilizzata direttamente. Sono infatti presenti ulteriori unità di scambio termico che trasferiscono il calore dal serbatoio di accumulo al fluido dell’impianto di riscaldamento o all’acqua destinata agli usi igienico-sanitari. Nel caso di pannelli solari ad aria l’accumulo è  
generalmente a letto di pietre ed è ottenuto utilizzando recipienti contenenti del pietrisco.

L’unità di trasferimento dell’energia termica è infine costituita dalle tubazioni di collegamento per la circolazione del fluido termovettore e da eventuali dispositivi per la
regolazione ed il controllo del funzionamento dell’impianto (pompe di circolazione, termostati,
scambiatori di calore, centraline elettroniche, etc.). Questi ultimi organi possono mancare nei
sistemi più semplici a circolazione naturale del fluido termovettore.
L’unione di queste tre unità funzionali da’ luogo a sistemi che, pur essendo notevolmente
diversi fra loro, sono accomunati da un unico principio di funzionamento, molto semplice nei suoi
aspetti essenziali.
A causa dell’aleatorietà della radiazione solare, si verificano però periodi in cui l’energia
termica prodotta dall’impianto solare risulta insufficiente. Per questo motivo deve essere
necessariamente presente un impianto ausiliario di supporto, alimentato da fonti convenzionali.
La principale distinzione che viene fatta sugli impianti solari riguarda il sistema di
circolazione del fluido termovettore; essi vengono così distinti in:
– impianti solari a circolazione naturale;
– impianti solari a circolazione forzata.
Nel primo caso il fluido termovettore circola attraverso i condotti per differenza di densità: il
fluido riscaldandosi nel collettore diminuisce di densità e tende spontaneamente a risalire verso
l’alto; a questa azione si aggiunge la spinta derivante dal fluido che nel frattempo si è raffreddato e,
diventato più pesante, tende a portarsi verso il basso. Si innesca in tal modo un lento moto
convettivo, con velocità proporzionale all’intensità della radiazione solare. Il sistema così fatto non
necessita di sistemi di controllo poiché risulta “autoregolante”.
Nel secondo caso, invece, la circolazione del fluido avviene per opera della spinta esercitata
da una pompa idraulica azionata da un motore elettrico. Occorre allora controllare il funzionamento
in modo da consentire la circolazione solo in presenza di energia utile. Questo si verifica quando la
temperatura tu di uscita del fluido dal collettore supera quella di ingresso ti di una quantità Δt>0, al
di sotto della quale l’apporto energetico non compensa le perdite.
Il controllo del funzionamento è affidato ad un termostato differenziale provvisto di due
sensori che rilevano le due temperature tu e ti. Quando la differenza tra queste due temperature è
superiore ad un valore Δt1 prefissato viene azionata automaticamente la pompa di circolazione. Il
funzionamento continua fino a quando la differenza tu-ti non scende al di sotto di un secondo valore
Δt2, leggermente inferiore al primo per tenere conto dell’inerzia dell’impianto. Oltre al termostato
differenziale, in un impianto a circolazione forzata devono essere presenti altri dispositivi di
controllo e sicurezza. Tra essi assume fondamentale importanza la valvola di ritegno che,
consentendo il moto del fluido in una sola direzione, impedisce che a pompa spenta si instauri una
circolazione naturale inversa.
Nelle località in cui il pericolo di congelamento è minimo, è consentito l’utilizzo della stessa
acqua di rete come fluido termovettore. Potendo eliminare lo scambiatore di calore, che ostacola la
circolazione del fluido, può essere in questo caso conveniente utilizzare sistemi a circolazione
naturale. Va sottolineato però che per garantire “l’effetto termosifone” è necessario predisporre il
serbatoio di accumulo al di sopra dei collettori; deve essere inoltre ridotta al minimo la lunghezza
del circuito idraulico in modo da contenere le resistenze al moto.
I sistemi a circolazione forzata, a fronte di una maggiore complessità derivante dalla presenza
dei dispositivi di azionamento e controllo, presentano invece numerosi vantaggi: nessuna
limitazione riguardo alla posizione del serbatoio di accumulo; diametri modesti per le tubazioni;
rapide risposte alle variazioni dell’irraggiamento solare; possibilità di stabilire la velocità di
circolazione del fluido tale da rendere massima l’efficienza energetica; possibilità di soddisfare sia
piccole che grandi utenze.
Nella figura 10 è rappresentato uno schema di impianto solare per la produzione di acqua
calda per usi igienico-sanitari e per riscaldamento. L’impianto, a circolazione forzata, usa acqua
come fluido termovettore.


Figura 10
Schema di impianto solare con integrazione elettrica ed ausiliario semplice

 

Il suo principio di funzionamento può essere così riassunto:
1. La radiazione solare incidendo sul pannello innesca l’effetto serra.
2. Nell’attraversare i pannelli il fluido termovettore asporta l’energia termica proveniente dall' radiazione solare e si porta ad una temperatura superiore a quella di uscita dal serbatoio di accumulo.
3. Passando attraverso lo scambiatore di calore posto all’interno del serbatoio di accumulo, il fluidotermovettore cede calore all’acqua che di conseguenza si riscalda.
4. Il fluido ormai raffreddato torna ai pannelli, chiudendo in questo modo il ciclo.
Al ripetersi dei cicli aumenterà l’apporto energetico per l’acqua contenuta nel serbatoio di accumulo. La temperatura di quest’ultima si potrà portare quindi a valori prossimi a quelli del fluido termovettore.
Nel caso dell’impianto di figura 10, sono previsti due sistemi di integrazione per il riscaldamento dell’acqua nel serbatoio di accumulo: uno elettrico, costituito da una resistenza posta all’interno del serbatoio, ed uno convenzionale collegato attraverso un secondo scambiatore.
D’inverno, laddove i carichi termici sono i massimi, l’impianto solare fornisce la minima  energia. È conveniente allora utilizzare in questo periodo l’impianto solare come preriscaldatore lasciando all’ausiliario convenzionale il compito di fornire l’energia termica mancante per il riscaldamento degli ambienti.
D’estate invece, mentre i fabbisogni termici sono soltanto dovuti al riscaldamento dell’acqua sanitaria, l’impianto solare si trova per contro alla sua massima potenzialità. In questo periodo è opportuno allora utilizzare, quando necessaria, l’integrazione elettrica ed evitare il ricorso all’ausiliario convenzionale, dimensionato per carichi termici elevati.

4. Posizionamento dei pannelli solari

4.1. Orientamento
L’orientamento dei pannelli solari ha una importanza fondamentale nella resa complessiva dell’impianto. È opportuno infatti orientare il pannello in modo che riceva la massima quantità possibile di radiazione solare che significa, in pratica, mantenere per ogni periodo dell’anno il pannello ortogonale alla direzione dei raggi solari; ciò può essere messo in atto utilizzando sistemi di inseguimento solare. Purtroppo tali sistemi, se da un lato comportano un aumento sensibile dell’energia solare captata, dall’altro incidono notevolmente nei costi di installazione e manutenzione. Questa soluzione risulta pertanto non economica per l’utenza privata.
Per questo motivo per i collettori piani vengono abitualmente adottate installazioni di tipo fisso. Una volta scelto l’impianto di tipo fisso, è necessario valutare l’inclinazione e l’orientamento dei pannelli tali da rendere massima la captazione di energia.
Nota la latitudine ϕ del sito, l’inclinazione dei collettori viene determinata in base al periodo di funzionamento previsto. Nel periodo estivo, quando il sole è più alto sull’orizzonte, l’inclinazione ottimale risulta essere di circa 10°÷15° superiore alla latitudine del luogo. Viceversa, per il periodo invernale, la migliore inclinazione è di 10°÷15° inferiore alla latitudine. Per un funzionamento annuale l’inclinazione ottimale è di circa 0.9 x ϕ. In figura 18 è evidenziato il soleggiamento annuo relativo per un collettore orientato a sud per diversi valori dell’angolo di inclinazione.
L’orientamento ottimale dei collettori risulta essere verso il Sud. Tuttavia in alcune zone caratterizzate da foschie mattutine o nebbie pomeridiane è consigliabile un orientamento verso sudovest o sud-est.
In figura 19 è riportato il soleggiamento annuo relativo per un collettore inclinato di un angolo i=0.9 x ϕ in corrispondenza di diversi valori dell’angolo azimutale γ.

 

Figura 19.
Soleggiamento annuo relativo per un collettore inclinato di un angolo 0.9xϕ al variare
dell’orientamento ξ.28

4.2. Ombre
Prima di procedere all’installazione di un impianto solare è opportuno assicurarsi che siano assenti ostacoli (edifici, alberi, etc.) in grado di proiettare ombre sui pannelli.
L’andamento delle ombre proiettate dagli ostacoli durante l’anno può essere previsto utilizzando i diagrammi dei percorsi solari già descritti in precedenza.
Chiariamo con un esempio l’utilizzo di tali diagrammi.
Si supponga di voler valutare l’ombra prodotta dall’ostacolo rappresentato in figura 20

 

Figura 20
Angoli di schermatura prodotti da un edificio posto sulla direzione collimata al sole.

 

L’ostacolo presenta un ingombro azimutale verso est di 30° ed, in corrispondenza, un
ingombro in altezza di 27°. Verso ovest si ha invece un ingombro azimutale di 35° e in altezza di 34°.
Riportando questi punti sul diagramma dei percorsi solari si ottiene la situazione di figura 21, in cui la zona scura rappresenta la zona d’ombra prodotta dall’ostacolo.

 
Figura 21.
Valutazione delle ombre prodotte da un edificio con l’ausilio del diagramma dei percorsi solari.

Come si può notare la traiettoria del sole relativa al 21 dicembre attraversa tale zona, per cui in questo periodo il collettore risulta parzialmente in ombra; in particolare il collettore rimane in ombra dalle ore 9.30 alle ore 14.00. Dalla figura si può anche notare che dal 21 febbraio al 21 ottobre, per qualunque ora del giorno, il collettore sarà completamente immune da ombre proiettate dall’ostacolo. Nel periodo che va dal 21 ottobre al 21 febbraio invece, per alcune ore della giornata, il collettore sarà in ombra.
Nell’ipotesi sia previsto il montaggio dei pannelli in schiere parallele, è necessario prestare attenzione alla distanza fra esse per evitare che la prima schiera possa ombreggiare le seguenti.
Per evitare che ciò si verifichi è necessario calcolare la minima distanza a cui porre le schiere.
Individuato in relazione al periodo di funzionamento, il giorno in cui il sole risulterà più basso sull’orizzonte, si calcolano, per ogni istante di luce, i valori dell’angolo di altezza solare e dell’angolo azimutale descritti dal sole. In corrispondenza di ogni valore così ottenuto si calcola la distanza a cui porre le schiere per evitare l’ombreggiamento:

Figura 22
Distanza fra pannelli solari posizionati in schiere parallele.

 

5. Dimensionamento economicamente ottimale di un impianto a pannelli solari

L’elevato costo di investimento di un impianto solare impone un dimensionamento basato su esigenze di convenienza economica. Una volta definito l’irraggiamento solare del luogo e il abbisogno termico da soddisfare, la scelta della superficie captante rappresenta la fase cruciale della progettazione.
Le valutazioni da fare sono sia tecniche sia economiche: va infatti valutata l’energia ricavabile e vanno monetizzati i benefici offerti dall’impianto.
Dal punto di vista tecnico, una volta fissati i parametri caratteristici del pannello solare, vanno opportunamente posti i collettori. Nota la posizione del collettore si può valutare la radiazione incidente sulla superficie inclinata. Va successivamente fissata la temperatura di lavoro dell’impianto: poiché l’efficienza del sistema è tanto più elevata quanto più bassa è la temperatura del fluido termovettore e poiché per esigenze igienico-sanitarie sono richieste temperature dell’acqua intorno ai 45°C, è opportuno regolare la temperatura a valori non superiori a 50°C .
Una volta note le caratteristiche dei collettori, l’irraggiamento solare sulla loro superficie e le condizioni di funzionamento dell’impianto, si è in grado di valutare l’energia fornita dalla batteria di pannelli solari.
L’energia fornita dai pannelli aumenta all’aumentare della superficie captante: infatti, incrementando l’apporto energetico fornito dai collettori, diminuisce la spesa per l’acquisto del combustibile che alimenta l’impianto ausiliario. Contemporaneamente però, all’aumentare della superficie dei collettori, aumenta il costo complessivo dell’impianto.
La superficie economicamente ottimale è allora quella che rende minimo il costo annuale di gestione ed ammortamento dell’impianto: tale configurazione sarà ovviamente costituita da una parte solare ed una parte convenzionale.

5.1. Metodo f-chart
La procedura di calcolo della superficie economicamente ottimale che sarà di seguito descritta si basa su un modello messo a punto da ricercatori dell’Università del Wisconsin, noto come metodo f-chart.
Il metodo è essenzialmente fondato sulla determinazione dell’aliquota mensile di energia coperta dall’impianto solare. La parte eccedente dovrà essere invece sopportata dall’impianto ausiliario di tipo convenzionale.

 

Figura 24
Costo complessivo annuo in funzione della superficie di collettori installata.

 

Nell’ipotesi in cui, almeno per una superficie, il costo dell’impianto ad integrazione solare risulti inferiore al costo dell’impianto convenzionale, vi sarà convenienza economica per l’investimento. La configurazione ottimale corrisponderà a quella che rende minimo il costo nnuale dell’impianto ad integrazione o, ugualmente, a quella che rende massimo il risparmio annuale.