A Forlì nasce "l'X-Factor"delle rinnovabili
HEnergia, il Centro di sviluppo e
ricerca delle energie rinnovabili per lo studio delle soluzioni migliori
disponibili sul mercato
HEnergia, il Centro di sviluppo e
ricerca delle energie rinnovabili per lo studio delle soluzioni migliori
disponibili sul mercato
Il centro
di ricerca di Forlì
È una sorta di
X-Factor delle energie rinnovabili HEnergia, il nuovo Centro di sviluppo aperto
da Hera (la multiutility dell'Emilia Romagna) a Forlì. Non ci sono eliminazioni
drammatiche, ma lo studio delle migliori soluzioni industriali disponibili sul
mercato (escluse quindi quelle allo studio in università e laboratori di
ricerca) per quanto riguarda energia solare, micro-eolico, idrogeno e
(prossimamente) biomasse. L'investimento di Hera nel Centro di sviluppo delle
energie rinnovabili è stato di poco superiore al milione di euro.
IL CENTRO - In pratica a Forlì verranno «provate
sul campo» per un periodo di tre anni tutti i tipi disponibili per la
produzione «domestica» di energia rinnovabile, controllando i parametri meteo
come temperatura, pressione, vento, umidità, irraggiamento solare per trovare
la soluzione migliore alle diverse condizioni ambientali. Con «migliore» si
intende il rapporto tra l'efficienza effettiva degli apparati (non quella
dichiarata dai costruttori) e la sua evoluzione nel tempo e i costi di acquisto
e gestionali. Quindi sul tetto della struttura sono stati installati quattro
tipi di pannelli fotovoltaici fissi: a silicio monocristallino+amorfo della
Panasonic, a silicio policristallino Cnpv, a tellururo di cadmio della First
Solar, a silicio amorfo della Sharp. A terra invece sono stati posti: un
sistema fotovoltaico a inseguimento azimutale monoassiale Heliantus, due
sistemi a concentrazione a lenti di Fresnel con inseguitore a doppio asse e
celle a tripla giunzione della Arima Eco Energy e della Sunflower Cpv; un
sistema a concentrazione a doppia riflessione Cassegrain con inseguitore a
doppio asse della Gp III Solar; un pannello ibrido fotovoltaico e termico della
Anaf Solar; e infine una parabola per solare termico di 4,5 metri di diametro
con inseguitore della Solar Beam. Per quanto riguarda l'eolico c'è un
minigeneratore Airdolphin ad asse orizzontale con rotore di 2 m di diametro
della Zephir posto su un palo alto 9 metri e potenza di 1 kW con vento di 12,5
m/secondo.
IDROGENO - Hera ha pensato però di studiare
anche i metodi di stoccaggio dell'energia, essendo le rinnovabili discontinue
per definizione. Quindi c'è un impianto per la produzione e la compressione
dell'idrogeno, che viene prodotto con l'eccesso di energia derivata dai vari
sistemi, e tre fuel cell da 1 kW l'una per la sua eventuale riconversione in
energia elettrica. Non dimentichiamo che l'idrogeno, come già avviene in
Germania dove viene prodotto con l'eccesso di produzione eolica off-shore, può
essere immesso nella rete di distribuzione del gas di città. Infine c'è un
impianto di trigenerazione dove nei mesi estivi l'energia termica generata dai
concentratori solari viene trasformata da un impianto frigorifero ad
assorbimento in potenza frigorifera per i condizionatori d'aria. In una fase
successiva verrà testato anche un impianto a biomasse.
INIZIATIVA UNICA - «Questa di Hera a Forlì è
un'iniziativa unica in Italia per quanto riguarda una multiutility», ha
spiegato Salvatore Molè, direttore tecnologie e sviluppo di Hera.
«Un'iniziativa che è stata possibile sviluppare anche grazie al rapporto con i
centri di ricerca, in particolare con il dipartimento di ingegneria industriale
dell'Università di Bologna, un rapporto di scambio reciproco di conoscenze e
tecnologie». «Grazie ai dati che otterremo da questo centro di ricerca sui
rendimenti energetici, la società potrà orientare con maggiore efficacia gli
investimenti in energie rinnovabili», ha concluso Claudio Anzalone,
responsabile ricerca e sviluppo di Hera.
Fonte: Corriere della sera
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